"Espulse." è il collettivo che pone luce sugli abusi di potere nel giornalismo
Le mie riflessioni su musica, giornalismo, cultura pop, femminismo e dintorni.
Ciao,
Questa è “Let’s Go Girls!”, una newsletter bimensile su musica, giornalismo, cultura pop, femminismo e dintorni.
In questo nuovo numero troverete:
Le recensioni de nuovo album delle City Girls.
Una bella lista di singoli del momento da recuperare e la consuetudinaria playlist ufficiale della newsletter, che aggiorno una volta alla settimana con tutte le novità che mi hanno colpito particolarmente, le canzoni con cui sono in fissa e alcune chicche dal passato.
Ho pensato di creare un form per dare alle artiste la possibilità di richiedere l’inserimento dei loro pezzi in playlist con largo anticipo.
Qui trovate il form: https://forms.gle/JX6nzUeac6c7xFto6.Nuovi consigli d’ascolto e di lettura, tra podcast e altrettante newsletter.
Vi presento il collettivo e progetto “Espulse. La stampa è dei maschi”, oltre alla seconda edizione di “Let’s Get Loud! Donne, parole e musica”, che si terrà durante la Milano Music Week 2023.
La “Secchiata di cultura pop” bimensile.
La guest contributor del mese è la cantautrice Lina Simons.
DISCHI
City Girls - “RAW”
No, il titolo di questo disco non è quello che sembra. Non significa “crudo”, ma il suo acronico è “Real Ass Whores” - un termine che non lascia spazio all’immaginazione e che non merita di essere tradotto.
“RAW” è il terzo disco delle City Girls ed è stato bollato dal portale musicale Pitchfork come “un tentativo di convincere il mondo della musica che i loro inni Rated-R all’insegna di imbrogli e truffe non abbiano perso smalto”.
Il progetto non ha ottenuto i risultati sperati dalle sue interpreti e dalla label che le supporta dal 2017, la Quality Control Music. In una settimana ha collezionato “solo” 10,000 copie vendute e si è piazzato alla #24 della Billboard Hot 200. Le aspettative di Yung Mami e JT erano sicuramente diverse.
Definito da Rolling Stone US come il duo hip-hop più caldo sulla scena musicale, Yung Miami e JT - nomi d’arte di Caresha Romeka Brownlee e Jatavia Shakara Johnson - hanno mosso i primi passi nella musica dopo essere apparse sulla traccia “In My Feelings” di Drake nel 2018.
Da Miami al primo mixtape, “Period”, il passo è breve. Segue un album di debutto (“Girl Code”), il singolo “Act Up” e la collaborazione con Cardi B sulla traccia “Twerk”.
Il seguito di questa avventura con “City on Lock” nel 2020 e con l’ultima fatica, è stato accolto tiepidamente dalla critica e dal pubblico.
In mezzo a questo (lungo) lasso di tempo si collocano una serie di dichiarazioni controverse e un periodo trascorso in galera per una delle due (Yung Miami).
”RAW” non è un disco terribile o di poca sostanza, come hanno scritto diversi critici, ma non riesce a lasciare il segno perchè sembra la copia trita e ritrita di tante altre canzoni che siamo soliti ascoltare in radio. Poco importa che il flow delle loro barre sia perfetto o che ci sia un sample di una traccia di Michael Jackson in supporto al progetto. Poco importa la presenza di voci come Muni Long, Juicy J, Kim Petras, Lil Durk e Usher.
Se volete ascoltare un disco che mescoli i beat hip-hop degli anni ‘90 con delle metriche taglienti, “RAW” può essere l’ascolto che fa al caso vostro.
SINGOLI
Come sempre, vi invito a seguire la playlist ufficiale della newsletter su Spotify, che viene aggiornata con cadenza settimanale. Avete un consiglio d’ascolto? Siete un’artista emergente (donna/non-binary) che vorrebbe avere uno spazio virtuale per uno o più progetti? Volete consigliarmi una voce che deve essere assolutamente ascoltata?
Il modulo che trovate in cima alla newsletter fa al caso vostro!
Paris Paloma - “labour”
BANKS - “Beggin for Thread”
Beba - “Quello che odio di te”
St. Vincent - “Los Ageless”
v!ktoria - “Fragile”
Loredana Bertè - “Dedicato”
Anya Taylor-Joy - “Downtown” (cover di Petula Clark)
Malia Civez - “Broke Boy”
Beyoncé - “Sweet Dreams”
MARLENA - “RED FLAGS”
Issey Cross - “Bittersweet Goodbye”
Saoirse - “RM 1”
Grove - “Feed My Desire”
CATT - “Wild Heart”
PODCAST
“Normal Women” è il racconto radicale a cura della storica e scrittrice Philippa Gregory sull’Inghilterra e sui suoi cambiamenti sociali e culturali, alimentato dalla determinazione, dalla perseveranza e dall'efficacia delle donne, dal 1066 ai tempi moderni. Questi è un podcast che riguarda in prima persona milioni di donne: quelle che hanno lasciato tracce e quelle che sono state "nascoste alla storia".
Il podcast intreccia i momenti salienti della Storia narrati da Philippa con vivaci discussioni, riunendo storici esperti nel loro campo e ospiti con le loro prospettive moderne. Dalle popstar alle superstar di TikTok, dai promotori di campagne rivoluzionarie agli autori di veri e propri best-seller, Philippa invita donne di ogni estrazione sociale a raccontarsi in uno spazio virtuale per ripercorrere le vite passate di metà della popolazione e mettere le donne al centro della scena. Il podcast è stato lanciato il 26 ottobre, quindi è proprio una novità che vi invito a recuperare indossando le vostre cuffiette.
Uno show settimanale con conversazioni coinvolgenti ed edificanti su questioni femminili e socio-culturali. Il suo nome non è altro che l’acronimo di “Just Ambitious Women Networking”. Si spazia dalla consapevolezza del benessere alla musica, passando per affari, salute ed altrettanti podcast.
Shellih El e Jenima Williams sono due amiche di vecchia data, che si siedono davanti ad un microfono coinvolgendo l’ascoltatore e facendolo sentire a casa.
CLUB DELLE NEWSLETTER
“Tamara Viola - Newslettera Aggraziata”.
Nella sua newsletter Tamara parla di #TruccoAggraziato. Attraverso i suoi corsi di make-up, infatti, aiuta le donne a tirare fuori la Beyoncè che è in loro.I suoi strumenti? Tanta formazione, tutti i pennelli e i prodotti giusti, la cura e l’attenzione per i dettagli. Se #TruccoAggraziato è un hashtag nato per gioco su Instagram, oggi è diventato una vera e propria community molto affiatata, sempre pronta allo scambio e all’interazione.
“Tostoini”.
Il suo vero nome è Roberta Ragona. Nata a Cagliari, ma trapiantata a Milano, ha una formazione da antropologa e una discreta esperienza di graphic recording, scribing, facilitazione visuale e sketch-noting. Lavora come facilitatrice grafica per eventi, talk e workshop. Qui potete trovare una selezione dei suoi lavori di graphic recorder.“Femminismi” di Anna Menale.
La newsletter della giornalista Anna Menale, che racconta la letteratura femminista attraverso le parole delle autrici che hanno reso questo movimento ciò che è oggi.
“ESPULSE. La stampa è dei maschi”
I dati parlano chiarissimo.
Secondo un’indagine del 2019 della Federazione Nazionale Stampa Italiana, l’85% delle giornaliste ha subito molestie sessuali almeno una volta nel corso della sua vita professionale.
Per questo motivo è nato nato il collettivo "Espulse. La stampa è dei maschi", composto dalle colleghe Irene Doda, Francesca Candioli, Stefania Prandi, Roberta Cavaglià e da me.
👉 Il nostro obiettivo è mappare qualsiasi forma di discriminazione, molestia, abuso di potere e ricatto sessuale contro le donne e le persone LGBT+ nel mondo del giornalismo italiano, dentro e fuori dalle redazioni.
Ci rivolgiamo anche alle addette stampa, PR manager, videomaker e fotografe.
Ieri abbiamo lanciato anche il sito del progetto, dove è possibile leggere il nostro manifesto, le prime testimonianze e dove trovate anche i nostri contatti.
Sul sito, tramite un questionario, potete lasciare anche una o più testimonianze.
Garantiamo l'anonimato e il massimo rispetto del consenso delle nostre fonti.
“LET’S GET LOUD! Donne, parole e musica”
Anche quest anno torniamo a Milano Music Week 2023, con nove artiste del panorama musicale emegente: MILLE, Grace Cambria, ALE, Giulia Mei, Senza_Cri, sonoalaska, Casbury, Valucre, LAMO.
L’evento, che si terrà sabato 25 novembre all’Eroica Caffè di Milano (Viale Tunisia, 15), alle ore 19:00, sarà un ibrido tra un talk e un live show.
Parleremo di gender gap nell’industria musicale con la moderazione di Fabiana Dominik.
L’ingresso è gratuito, ma se volete prenotare un tavolo conviene chiamare direttamente il locale.
SECCHIATA DI CULTURA POP (NOVEMBRE EDITION)
Sto ascoltando la playlist di “Let’s Get Loud! Donne, parole e musica”, in preparazione all’evento del 25 novembre di cui ho curato la comunicazione con Inquinamenti Acustici e il mio ufficio stampa, Busy Press. La potete recuperare qui sotto.
Ho visto “Femministe: Ritratti di un’epoca” su Netflix.
Attraverso le fotografie degli anni '70 che catturano la seconda ondata dei movimenti femministi della stessa epoca, questo docufilm esplora le vite delle protagoniste di quegli anni e la continua necessità di cambiamento che ha accompagnato la loro vita.
Da Gloria Steinem a Jane Fonda, passando per Lily Tomlin e Judy Chicago, vengono affrontati argomenti che spaziano dall'identità all'aborto, dall'infanzia alla maternità.
QUATTRO TABÙ CON LINA SIMONS
Nel mondo della musica le donne hanno sempre dovuto combattere per essere trattate alla pari degli uomini.
Molti definiscono questo modo di lottare e parlare delle numerose discriminazioni come una forma di “vittimismo”. Io li chiamo dati di fatto.
Sono una donna, ma non solo. Sono una donna nera.
Avete mai sentito parlare di intersezionalità? Con questo termine, mi riferisco alla sovrapposizione di diverse identità sociali e di quelle che possono essere le relative discriminazioni o oppressioni vissute in prima persona da un essere umano.
Per intenderci, non solo mi rompono le scatole per il fatto di essere una donna, ma anche perche’ sono nera. Ha senso?
Da donna nera ho deciso di intraprendere una carriera che Io ritengo fighissima, ovvero fare la rapper.
Ma sapete cosa succede quando una donna nera prova ad entrare in un settore dominato da uomini bianchi cis? Una serie di cose a dir poco fantastiche!
Questo è uno dei primi tabù che voglio affrontare oggi.
RADICI CULTURALI.
Quante donne conoscete in Italia che fanno rap? Scommetto che potete contarle sulla dita di una mano, allargandovi forse anche alla seconda.
Resta il triste fatto che siamo poche.
In Italia, nonostante i grandi passi che sono stati fatti negli ultimi anni, esiste ancora quella mentalita’ che il rap “sia una cosa da uomini”.
Il mondo dell’hip hop, in generale, è fortemente maschilista.
Questo a volte rende difficile per molte donne essere prese sul serio per entrare in questo mondo e quando riescono ad entrarci, dopo essersi fatte il mazzo, la maggior parte delle volte si ritrovano in un ambiente ostile.
Oppure, molte donne si ritrovano ad essere messe in un’altra categoria definitiva, tipo nella “scena rap femminile”.
Per me la rappresentazione è una cosa importantissima, a cui tengo tantissimo, ma se facessimo solo parte della Scena?
Nel corso dei secoli, la cultura italiana ha promosso spesso stereotipi di genere radicati, che si riflettono anche nel mondo dell’hip hop e conseguentemente dell’ industria musicale. Si nota ancora che questo ha influenzato alcune dinamiche.
STEREOTIPI DI GENERE NELLA CANZONI.
Quante volte avete ascoltato una canzone hip hop in cui l’uomo è un figo, un macho della miseria e la donna invece è solo per una “one night stand” e poco di buono?Sembra l’argomento fisso di tutte le canzoni, ma se lo facessimo noi donne? Ah già, alcune lo fanno e vengono bollate delle “poco di buono”.
È coome se si avesse paura delle donne che sono a proprio agio con la propria sessualità e sensualità, perchè lo dicono in maniera più esplicita e senza fitri.
Credo che questo nasca dal pensiero che la donna, per essere considerata “vera”, debba rientrare in determinati canoni.
IL LOOK E COME APPROCCIARSI.
Ok, la bellezza è negli occhi di chi guarda, ma non per quanto riguarda le donne.
C’è ancora questo taboo che ci riguarda, per cui dobbiamo essere sempre “perfette”.
Alta, magra e mora o bionda. Altrimenti non andiamo bene.
E non diciamoci che queste cose sono superate, perchè sono ancora in via di metabolizzazione. Let’s be honest!
Prendiamo come esempio me, Lina Simons. Ora che sto costruendo la mia carriera, alcune volte mi vengono dati dei consigli non richiesti su come io debba “apparire”, su cosa debba dire e addirittura di cosa debba parlare nelle mie canzoni per poter piacere di più al grande pubblico.
Da donna nera vengo spesso paragonata a rapper afro americane.
Nel cervello delle persone dovrei twerkare dalla mattina alla sera, avere sempre le treccine e fare la stripper. Ahimè, purtroppo non ho la stamina per fare la stripper.
Il punto è questo: le persone e l’industria discografica, invece di trovare un altra artista che sia più nelle loro corde, proverà sempre a trasformarne un’altra dando consigli non richiesti.
Per me la musica e’ una forma di espressione. Eppure, come faccio ad esprimermi se quello che dico ogni volta non va bene? Perchè da donna nera dovrei dire quello che la gente si aspetta, invece di ciò che io voglio per davvero?
Confrontandomi con altre rapper siamo giunte alla conclusione che esporci in questo modo diventi un campo minato all’insegna dei giudizi e degli stereotipi in cui dobbiamo per forza rientrare, altrimenti stiamo facendo la cosa sbagliata.
Non è carino sentirsi sempre questa pressione addosso.
RICONOSCIMENTO.
L’ho detto prima, le donne possono fare successo nell’hip hop ma e’ piu’ tosta. Anche quando hanno successo, non è sicuro che ricevano il rinoscimento che si meritano. È incredibile quanti premi siano stati negati ad artiste straordinarie, solo perchè non rientrano in certi canoni.
Molti pensano sia un fatto di “merito”, che molte non ottengano premi o riconoscimenti perche’ non se lo meritano. A volte si, può essere cosi, ma tante volte non è il caso. Qui potrei fare dei nomi e mettermi nei guai, ma faro’ la persona seria.
Per concludere, la musica, l’hip hop, l’industria e tutti I tabù che circondano noi donne ci hanno condizionato per molto tempo. Oggi ci sono donne che combattono per cambiare ulteriormente la situazione.
È il momento giusto per rompere tutti i tabù e celebrare l’individualità delle artiste femminili.
Non si può più ignorare il fatto che le donne stiano rivoluzionando l’industria musicale.
Pasqualina De Simone, in arte Lina Simons, nasce a Pozzuoli nel 1998 da madre nigeriana e padre italiano. Cresce a Cerreto Sannita, un paese con tremila abitanti nella provincia di Benevento. Durante l’adolescenza si fa conoscere sul web con vlog e video satirici su Facebook in cui parla degli stereotipi che i “White Italians” hanno sugli afroitaliani. Dopo il diploma lascia l’Italia e si trasferisce a Londra, dove ormai vive da quattro anni e studia imprenditoria musicale. Dopo l’esordio con “In The Block”, il suo percorso musicale con la label Mine Music prosegue con “Nuda” e con l’album “P.A.S”, uscito lo scorso settembre.
👱🏻♀️ Sono Alessia Bisini, redattrice freelance e ufficio stampa.
Attualmente mi leggi su Lettera43 e HeyJude Magazine (in italiano) e su Empoword Journalism e Square One Magazine (in inglese), ma puoi recuperare tutti i miei articoli direttamente sul mio portfolio.
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Buon sabato,
Alessia